08 dicembre 2009

Porte sbarrate


di difficile navigazione, ma ricco di informazioni, riporta tra molte testimonianze folkloriche relative all’area siciliana, alcuni scongiuri contro il malocchio che recitati come preghiere la sera prima di coricarsi o subito dopo aver messo il catenaccio alla porta, avrebbero lo scopo di potenziare la difesa dell’ambiente domestico e delle persone che in esso vivono, aggiungendo alle garanzie offerte da mura e catenacci anche la protezione di figure sacre che poste simbolicamente in prossimità della porta, punto più vulnerabile della casa, farebbero sì che al suo interno non possano penetrare malefici operati da “mali persuni”.
In una di queste preghere-scongiuro, la madre rincuora così la figlia:
“Duormi, figlia, ed arriposa/ nun ti spagnari di nessuna cosa/ darrieri la porta mia/ cc’è lu mantu di Maria/ e lu vastuni di San Giseppi./ Cu’ avi a fari mali a mia/ nun pozza asciari né porta e mancu via.”
In un’altra versione è il bastone di San Simone ad agire, cavando gli occhi ai “mali persuni”:
“Chiuju ‘a porta mia cu lu mantu di Maria/Gran Signura Maria, cu ha a fari mali a mia/ ‘un pozza truvari né alica né valia/ San Simuni cu lu so’ vastuni cci scippa l’occhi a li mali persuni.”
C’è sicuramente una relazione stretta con l’uso romano di età arcaica di tenere in prossimità della porta, a protezione dagli spiriti malvagi, tre oggetti-feticcio: la scure, il pestello, e la scopa (vedi post del 18/11/2006) che nella continuità cristianizzata della pratica diventa il bastone del santo.
Mi chiedo se esista qualche rapporto con i bastoni che spesso sbarrano le porte delle cantine, dei pollai, delle piccole stalle, delle legnaie, nei paesi dell’Appennino centrale. La connotazione rituale di questa pratica è testimoniata dalla totale mancanza di una reale funzione difensiva: il bastone non impedisce, infatti, in alcuna maniera l’apertura della porta dall’esterno (può essere sfilato con estrema facilità), spesso viene solo appoggiato di traverso sulle ante accostate (alle maniglie o agli occhielli del lucchetto) non impedendo, quindi, l’accesso agli animali dall’esterno, né eventualmente la fuga di animali dall’interno, inoltre, come nel caso della foto –che ho scattato a Fossa, in Abruzzo- viene spesso collocato anche su porte di locali in stato di semi-abbandono ormai divenuti vere e proprie discariche.