29 ottobre 2007

Il Törggelen


L'autunno vince con i suoi colori, tra tutti il giallo e poi i rossi bruciati così consunti e terrosi, le improvvise fiammate degli alberi più stanchi in mezzo al bosco ancora verde, l' evaporazione dei larici di cui resta il solo “essere stati”, il tappeto arrugginito delle foglie di faggio, le sonnambule foglie dei platani che volano di quel volo indeciso, come se volessero tornare sul loro ramo, le frustate rosse della vite del Canada sulle facciate delle case di pietra e il reticolo arterioso dei glicini.
In questi giorni, a cavallo del giorno dei Santi, si aprono in tutto il Tirolo ed in particolare nella parte Sud ( tra Novacella, Chiusa ed il Brennero ) tutti i masi di montagna per il Törggelen; il più simpatico dei riti conviviali altoatesini.
Il termine viene fatto derivare sia dal latino "torquere" e si riferisce alla pressatura del mosto dopo la vendemmia, sia da “Torculum”, lo strumento per la pigiatura dell’uva da cui si ottiene il mosto: il vino nuovo, detto anche, "Nuie",dal basso contenuto di alcool, un po' acidino e molto zuccherino si unisce a speck, pane nero e frutti di stagione, tra tutti la castagna .
La castagna viene portata in tavola direttamente dalla cucina in panni umidi, quasi scodellata in centrotavola, viene sbucciata ustionandosi le dita e sopra ci si mette un fiocco di burro di malga, in alcuni masi si mangiano gnocchi e zuppe di castagne profumate con maggiorana, e per finire in dolcezza krapfen con mirtilli rossi a volontà.

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25 ottobre 2007

WIP


"La delimitazione non è ciò su cui una cosa si arresta, ma come i greci riconobbero, è ciò da cui una cosa inizia la sua presenza"


Martin Heidegger da "Saggi e discorsi"

18 ottobre 2007

Mission


Cluster meeting flow chart brainstorming internal auditing range customer care follow up lean organization balanced score card reporting line format value stream map check list front office back office standard target budget compliance input output coaching training know how ratings.

13 ottobre 2007

Senza passaggio


Marc Augé rileva come i riti che in tutte le società “tradizionali” a noi note hanno la funzione di demarcare i momenti di frontiera, in particolare quelli tra l’infanzia e l’adolescenza o tra l’adolescenza e l’età adulta, abbiano perso al giorno d’oggi il loro valore e di conseguenza i riti d’iniziazione, che dei riti di passaggio fanno parte, siano meno importanti. Ad esempio i giovani restano molto a lungo nella cerchia familiare e l’età in cui lasciano il proprio nucleo di origine non è più molto ben definibile: una frontiera molto più sfumata rispetto ad alcune generazioni fa in cui è evidente l’eccessivo prolungamento della fase liminare. Lo stesso è accaduto con la scomparsa di riti più formalizzati e di spiccato carattere sociale, basti pensare al servizio militare che ha rappresentato un grande rito di passaggio tra la giovinezza e l’età adulta: scomparso in molti paesi d’Europa o sostituito dal servizio civile o da un servizio più breve, non ha più la nettezza di una demarcazione di frontiera. La giovinezza ha perso in parte i suoi ambiti specifici, i tempi enormemente dilatati hanno reso la sua “marginalità” molto simile all’“emarginazione”, sovente, infatti, la qualifica di "giovane" è assimilata ad altre categorie della popolazione: borderline e immigrati. Spesso, come afferma Augé: “Si trova la giovinezza solo là dove la si può identificare, e la si identifica in un certo luogo estraneo o particolare” enfatizzandone solo l’aspetto dell’inquietudine e avvicinandola ad altri fenomeni: la violenza, i piccoli gruppi di giovani che formano circoli chiusi, le attività esotiche del fine settimana, e via dicendo. La comparsa di riti che caratterizzano l’accesso a ristrette categorie di individui, si pensi alle gang giovanili americane o brasiliane, le sette sataniste, o gli episodi spesso venuti alla cronaca del “bullismo” nelle scuole, del “nonnismo” nelle organizzazioni militari, o i più miti rituali di accesso aziendali che nella loro versione più esasperata confluiscono spesso in episodi di mobbing, mostrano che esiste una forma di nostalgia del sistema iniziatico tradizionale, ma nello stesso tempo rivelano una perdita sul versante simbolico, una non corrispondenza tra il potere simbolico attribuito dall’atto di ingresso imposto dal rito e l’ effettivo potere derivante. Vissuto come un gioco degradante il rito perde tutto il suo valore di integrazione sociale ponendosi agli antipodi rispetto ai valori delle società moderne.

11 ottobre 2007

"Centro-città"


"Le città quadrangolari, reticolari (Los Angeles, per esempio) producono, così si dice, un disagio profondo: esse feriscono in noi un senso cenestesico della città, il quale esige che ogni spazio urbano abbia un centro in cui andare, da cui tornare, un luogo compatto da sognare e in rapporto al quale dirigersi e allontanarsi, in una parola, inventarsi. Per molteplici ragioni l'Occidente ha fin troppo ben compreso questa legge: tutte le sue città sono concentriche; ma, conformemente al movimento stesso della metafisica occidentale, per la quale ogni centro è sede delle verità, il centro delle nostre città è sempre pieno: luogo contrassegnato, è lì che si raccolgono e si condensano i valori della civiltà: la spiritualità (con le chiese, il potere (con gli uffici, il denaro (con le banche), le merci (con i grandi magazzini), la parola (con le "agorà": caffè e passeggiate). Andare in centro vuol dire incontare la "verità" sociale, partecipare alla pienezza superba della realtà."
R. Barthes, L'impero dei segni

06 ottobre 2007

De mirabilibus mundi


“Trovai una spiegazione illuminante nel sesto libro dei Naturalia di Avicenna, in cui si dice che è insita nell’anima umana una certa proprietà di cambiare le cose, e che le altre cose le sono soggette; e precisamente quando essa è trascinata a un grande eccesso di amore o di odio o qualcosa di analogo. Se quindi l’anima di un uomo cade in preda ad una grande eccesso di una qualche passione, si può stabilire sperimentalmente che l’eccesso costringe le cose e le cambia nella direzione verso cui tende. (…) Chiunque può influenzare magicamente ogni cosa, se cade preda di un grande eccesso…e allora lo deve fare precisamente in quella ora in cui l’eccesso lo aggredisce e agire con le cose che l’anima gli prescrive. Infatti l’anima è allora così bramosa della cosa che vuole causare, che afferra anche da sé l’ora più importante e migliore che ‘comanda’ anche alle cose che più convengono a quell’effetto”.
Alberto Magno, De mirabilibus mundi