21 settembre 2006

Dentro/Fuori - Sopra/Sotto

Condere non vuol dire solo fondare, ma anche nascondere e il modo migliore per nascondere è da sempre quello di seppellire sotto terra. E nascondere equivale spesso a proteggere. La terra stessa protegge metalli e minerali preziosi nascondendoli nelle sue profondità e i tesori seppelliti per essere sottratti alle spoliazioni dei nemici costituiscono un elemento ricorrente nella storia di ogni tempo. Il mondo delle favole è popolato di esseri fantastici, gnomi, nani, draghi che fanno da custodi a cavità sotterranee dove sono accuratamente nascosti forzieri pieni d’oro e pietre preziose. Caverne, crepacci, cavità sotterranee rappresentano quindi simbolicamente il luogo ideale per nascondere e conservare e costante è la loro connessione ad entità sopranaturali di natura ctonia.
Attraverso i sacrifici celebrati sull’altare della fossa di fondazione il fondatore oltre a seppellire tutti gli strumenti sacri utilizzati per la fondazione dell’abitato, con il fine di unire templum in terra e templum in aere, spazio interno e spazio esterno, svolge anche un’opera di mediazione a nome di tutti i futuri abitanti, tra sé, come richiedente il diritto di installazione, e la Terra che dimostrando di accettare i sacrifici esprime la sua volontà. E’ la fossa di fondazione a far sì che le richieste del fondatore giungano a destinazione, funzione che la rende uno dei varchi più delicati e vulnerabili per il suo essere punto di contatto con il più pericoloso spazio del sacro, quello sotterraneo, quello degli inferi.
Il parallelo etno-antropologico con una tribù moderna dell’Africa Centrale, i Lobi del Burkina Faso, già Alto Volta, dalle testimonianze raccolte da G. Antongini e T. Spini (Presenze e oggetti, la costruzione dell’ambiente Lobi - Alto Volta in Storia della città, XV, Firenze 198, pp. 7-46) conferma come le immagini mitologiche e la simbologia connessa ad esse, seppure con varianti minime dovute dalla distanza spazio-temporale, facciano capo ad un unico sostrato creativo comune all’uomo di ogni epoca. Al centro dell’insediamento delle tribù Lobi è posto un dithil, altare di fondazione, – "di" = terra e "thil"= spirito:
"La collocazione dell’altare della terra è affidata ai Tuna, discendenti dei primi abitatori del territorio dei Lobi e depositari dei più segreti miti e tradizioni…La pietra altare che copre una buca scavata nel terreno è generalmente collocata ai margini della brousse dove il suolo non coltivabile ed è inadatto alle costruzioni. Nella buca sono racchiusi tutti i mali che da questa terra devono essere tenuti lontani: un poco di acqua contro la siccità, una spiga di miglio contro la carestia, foglie e radici di piante medicinali contro le malattie, sangue di animali sgozzati contro le morti violente, oltre ai "rimedi" segreti per eliminare i cattivi spiriti …Il riconoscimento della qualità di fondatore di diritto definisce l’altare della Terra anche dal punto di vista spaziale, per cui lo spazio sotteso dall’altare è altare e quindi villaggio".